11 maggio 2013

Proviamo a fare come i Francesi?




 di Marco Polli 


Il problema delle polizze di assicurazione con un costo elevato non è solo Italiano. Hanno vissuto un problema analogo anche in Francia, quando nei primi anni 80, nel pieno di una crisi economica, assicurare una moto poteva volere dire pagare un premio pari al 50% del valore di una moto di media cilindrata.  Però i motociclisti Francesi non si sono limitati al mugugno, non si sono fermati al "qualcuno dovrebbe fare qualcosa".

in Francia la FFMC (Federazione Francese dei Motociclisti in Collera) ha proposto ai motociclisti di creare una compagnia di assicurazione dedicata ai motociclisti. Si doveva però creare un fondo di garanzia, e 40.000 motociclisti francesi sono stati disposti a pagare circa € 45,00 a testa per creare questo fondo, grazie al quale, nel 1983, ha preso vita la prima compagnia assicurativa specifica per motociclisti, la Mutuelle des Motards
Il CM (l'associazione dalla quale è nato il CIM nel marzo del 2012) prese contatti con la Mutuelles des Motards per avere informazioni su come fare qualcosa di simile anche in Italia, chiedendo se fossero interessati ad aprire una sede anche in Italia. Tutto però dovette arenarsi su uno scoglio: la creazione del fondo di garanzia italiano.
Per creare una compagnia di assicurazione serve infatti avere questo fondo, una cifra che varia da 1,5 a 5 milioni di Euro, che è la base per potere dare i risarcimenti. I motociclisti francesi se l'erano creato di tasca loro, essendo solidali tra di loro, ed era ovvio che per loro la prima cosa da fare in Italia fosse partire con la creazione di questo fondo, creato dai motociclisti Italiani.
Ed è stato altrettanto ovvio che non si sia mai potuto fare nulla. Purtroppo il motociclista italiano è, come prima cosa, un Italiano, e quindi incapace di fare qualcosa che vada oltre il mugugno. Tutti pronti a dire "qualcuno deve fare qualcosa", ma quando venne proposto di partecipare ad una raccolta fondi per la creazione del fondo di garanzia, in pochissimi si sono resi disponibili a farlo.
Le scuse erano sempre le stesse. A partire dalla sfiducia, per arrivare alle motivazioni che fanno capire quanto le persone non avessero capito nulla: "Quando sarete partiti, allora contribuirò". Ammesso di riuscire a partire, a persone del genere non sarei disposto nemmeno ad accordare una polizza. E purtroppo sono in tanti a ragionare così.
E' come dire "Ottima idea la vostra battagia. Ora però fate qualcosa voi, e poi, quando state per vincere, salgo anche io sul carro per vincere con voi." Peccato che a fare così non si arriverà mai a vincere qualcosa, e quei pochi risultati che si raggiungono, sono stati conseguiti con impegno esagerato fatto da pochi.
"Perché non facciamo qualcosa anche noi", oppure "Facciamo anche noi una FFMC italiana". Vediamo questi commenti e ce ne rammarichiamo, perché è l'ennesima dimostrazione che gli Italiani hanno la memoria molto corta. La versione italiana della FFMC esiste da oltre vent'anni, ma non basta una associazione come quella francese, servono gli associati come quelli francesi! Se la FFMC ha avuto modo di raggiungere gli obiettivi che ha raggiunto, è grazie al fatto che la seconda F del loro nome significa "Francese".
La I di CIM significa "Italiano". Ed è questo che fino ad ora ci ha fregato.

In Italia unirsi per un obiettivo comune sembra sia impossibile, sono vent'anni che esistiamo ma non abbiamo mai raggiunto nemmeno i 1.000 tesserati, figuriamoci arrivare a 40.000 come in FFMC. Quindi se qualcuno ora dice "ma perché nessuno ha mai fatto nulla", la risposta che possiamo dare è "non è vero, noi abbiamo provato a fare qualcosa, ma tu dove eri?"
Ora proviamo a riproporvelo, vediamo quanti vorranno unirsi a noi per creare qualcosa di diverso. Scriveteci all'indirizzo assicurazione@cim-portale.it per mettervi in contatto con noi, per capire in quanti sono davvero disposti ad impegnarsi. Per potere dire "io sono uno di quelli che ci ha provato".
Qui potete trovare una raccolta firme, per cominciare a capire quanti siamo quelli che vogliono provare a fare qualcosa. Per capire chi vuole partecipare a creare una società di mutua assicurazione, senza fine di lucro, dedicata unicamente a veicoli a due e tre ruote. Fatta da motociclisti, per motociclisti.
Per smettere di vergognarci e cominciare ad essere orgogliosi di quella "I" del nome della nostra associazione, che significa Italiano.
Marco Polli
Presidente del Coordinamento Italiano Motociclisti