05 febbraio 2013

Il viaggio del sogno Parte 2



(...Segue) Un po’ colpa di un articolo di Dueruote di dicembre 2011.
Lì si raccontava di un viaggio lungo il  fiume Giordano fino a Aqaba, dalla parte giordana, fatto dal cuoco francese di corte con la passione per le Harley.
Un po' ci si è messo (non me ne voglia l’Autore, lo dico in senso positivo) quel giramondo di Marcello Anglana con il suo libro “Medio Oriente: la terra proibita in moto dalla Turchia all'Egitto, attraverso Israele”.
Per chi non lo conoscesse, Anglana (www.gold-wing.it) è un normalissimo funzionario pubblico pugliese e non un eccentrico magnate del petrolio. Lui di punto in bianco prende la sua Honda Goldwing e decide di farsi una passeggiata. La meta? Sia essa Capo Nord o le piramidi in Egitto, come il Giappone o la Mongolia, il nostro bravo Marcello carica i bagagli sulla sua moto e solo soletto, pure senza sponsor, prende e parte. Perché come dice lui, “la meta è il viaggio”… E come dargli torto…?

Cos'è successo ventidue anni fa o giù di li?

Percorrevo in pullman quella fantastica strada israeliana che è la numero 90. Costeggia tutto il corso del fiume Giordano dalla parte israeliana, da Kiryat Shmona nel profondo nord ai confini con il Libano, passa per il Lago di Tiberiade, segue per il Mar Morto, rotolando verso Sud arriva dritta dritta fino ad Eilat sulle sponde del Mar Rosso. Era il ’91. La prima Guerra del golfo era appena finita ed io e quella che sarebbe diventata la mia zavorrina, andavamo a scaldarci, anzi ad arrostirci da quelle parti. Il pullman era confortevole. Aria condizionata e ragazzetti chiacchieroni intorno a noi. Il panorama da Gerusalemme fino al profondo sud israeliano scorreva sonnacchioso. Avevamo gli occhi già pieni del mare che ci aspettava dopo quattro ore di corriera. Deserti sabbiosi, oasi, pietraie e villaggi si alternavano lungo tutta la strada. Ero seduto agli ultimi posti per ed il walkman mi teneva compagnia. Ma un rombo improvviso sbucato dall'ultimo dosso percorso ci seguiva. Un rumore insolito per il paesaggio ma in un certo modo familiare. Due Yamaha TT 600. Bianche e rosse. Casco da cross, abbigliamento tecnico, stivali e gli zaini legati sul piccolo portapacchi. Per un po' ci hanno seguito, poi appena la strada l’ha concesso, marcia scalata ed allungo verso l’orizzonte. Ca@@o che figata. Ma non faccio in tempo a finire il pensiero che noto la targa. Erano targate Milano!!! Doppia figata!! Il viaggio prosegue pigro fino alla destinazione.

Per tutta la permanenza ad Eilat riesco ad avvistare i due centauri solo un paio di volte. L’ultima mentre andavano di gran carriera verso sud in direzione di Taba al confine con l'Egitto. Non li vedrò mai più. Nessuna possibilità di scambiare con loro 4 chiacchiere sulle impressioni di viaggio o anche solo per una birra fresca in quel forno a 45° di Eilat. 
(continua)

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